SEZIONE A
1° Classificato
Giovanni Galli - Savigliano (Cuneo)
SULL’ARGINE NUDO
È l’ora che i biondi fanciulli si tuffan nel Maira.
Sull’argine, nudo, le pietre han falde di fuoco
e bisogna sapere le anse profonde, per nuotarci d’estate.
Chi passa, sul ponte, non guarda i diàfani corpi brillare nella verde corrente.
La luce, negli occhi, fa male e non lascia pensare che al buio e ai piacéri di certe nottate
quando Mario (re dalla rossa scalmiera) domava,
fiero cantando, l’onda veloce ed il sangue.
Dietro il greppo erboso e la spuma forte del salto, Savigliano è un altro paese
ov’è strano l’essere nati ed averci la casa, l’amore
ed un pugno chiassoso d’amici che disputa, a bocce, l’onore.
L’amore è uno scalzo fanciullo che inciampa, tra i grilli e la luna,
e scuce le bocche alle donne.
Quelle sole vorrebbero esserne madri
e attaccarlo ai seni, più bianchi dei loro capelli, per vincere il tempo.
Lo chiaman per nome (Matteo) e inventano strane parole
pur di entrargli, vezzose, nei giochi e nel cuore.
Francesca, sinuosa e vivace, l’avvolge di favole antiche e addita tremule stelle.
I vecchi anneriti, con segni di croce, vuotan bracièri di pipe e di masche.
È l’ora che i biondi fanciulli, in grembo alle madri, si tuffan nel sonno.
Sull’argine, nudo, una lenza di seta aspetta le fiamme dell’alba.
Giovanni Galli
2° Classificato
Maria Teresa Scolieri - Soverato (Cz)
LI HO AMATI PIU’ DEGLI ALTRI
Mi aspettavano sul ciglio della strada
vicino la grande casa diroccata.
Nelle mani screpolate dalla pungente brezza
mazzetti di viole profumate.
Le guance avvolte nelle sciarpe
spiccavano come le mele rosse di Natale.
Erano bimbi delle prime classi:
gli alunni che ho amato più degli altri.
Attenti al mio parlare, immobili ascoltavano
e quando lasciati i numeri,
la storia raccontavo di Romolo
rapito sul gran carro di fuoco,
l’ingenua fantasia lontano li portava.
Attoniti danzavano nell’infinito spazio
appesi alle comete dalle code infuocate.
Il nuovo anno scolastico distante mi portò.
Voci mi riferirono, di bimbi che aspettavano…
Commossa li pensai e volli baciar di ognuno
le loro piccole mani di viole profumate.
Maria Teresa Scolieri
3° Classificato
Francesco Bergamasco - Avigliano (Pz)
GIA’, COSA PUOI SAPERNE TU…
Quando in quegli schizzi, riverberi,
intravedo te, chiara è la tua immagine
amor mio!
Quando nel cupo egoismo del mio silenzio…
sempre tu, lì, a spronar in me
la voglia di vita che è in Te.
Già, cosa puoi saperne tu
ululante e inanimata ferraglia
che corri, su chilometri e binari
corri, pur di dividere un Amor
forgiato in un incendio di inquietudine…
che può contro chiunque:
Già, cosa mai puoi saperne
del Tuo prezioso carico
d’andirivieni palpiti…mutarsi,
- come Crisalide -
in Cuori di nuovi Albori!
Già.
Francesco Bergamasco
4° Classificato ex aequo
Sante Valentino - Roma
ACCOMPAGNAMI
Se hai modo di sentire
l’esile soffio della vita,
se ancora ne cogli il lamento
e osservi una speranza che si fa strada
ti prego, accompagnami sul sentiero.
Voglio esserci anch’io
dove si allunga una mano
e più forte è la voce di chi chiama.
Portami dove i passi non vanno
e il cielo più è lontano,
voglio incontrare chi cammina nel vento
e appende sogni alle stelle.
Aiutami a capire
chi c’è dietro l’angolo che aspetta
che coglie un raggio di luna
per il buio della notte.
Accompagnami lì, in quel luogo
dove si crocifigge l’uomo,
voglio provare a schiodare il legno
e far rotolare la pietra
perché gli occhi vedano la luce!
Valentino Sante
4° Classificato ex aequo
Giacomo Lomuscio - Barletta
Non è chiudersi la porta alle spalle
Non è chiudersi la porta alle spalle
e ferirsi poi sull’uscio.
Non è fermarsi al primo gradino
e illudersi di aver dimenticato qualcosa.
È nel rammarico di un vagito
che urla all’entrata del cuore;
è nel prima, nel dopo e
nell’evidenza di un addio strisciato tra i denti.
È nel silenzio complice del tuo disprezzo;
è nell’ennesima goccia
che non si lascia traboccare
dai cocci di un amore ingeneroso.
È un rovistarsi distratto
nelle tasche dismesse di una vita al bivio.
Passo oltre la tua rabbia
e maledico il cerchio che si chiude alle mie spalle:
mi sconcerta l’ovvietà di amarti malgrado tutto.
5° Classificato
Fabio Mastropasqua - Roma
Il filo dorato
Ti avvolga questo soffice raso
che ci unisce
come carezze d’oppio
fra ghirlande rosa di pensieri
a lenir distanze
e m’induca lassù di sera
ancora una volta
con la falce di luna
sotto i cieli dell’Orsa
dove ancor nessuna parola
ha mai arso abbastanza
il ramo delle mie voluttà,
mia vertigine sensuale.
Fabio Mastropasqua
6° Classificato
Giuseppe Cantoni - Cesena
GROTTE NELLA NEVE
Facevamo grotte dentro mucchi di neve
spalata giù dai tetti delle case.
Erano i nostri ”igloo”,
promessa di un’ intimità felice
primitiva, scesa dal cielo.
Nessuno poteva entrarvi
per rubarne il tepore
Difendere la posizione
fino all’ estremo.
Questo il sacro giuramento,
nell’ esaltazione del gioco.
Una notte venne il vento di scirocco,
noi dormivamo, e fece scempio
del breve sogno e della sua gioia
pervasiva, dissolti sull’ antico ciottolato
come altre piccole storie
nate dentro le grandi nevicate,
prima del naufragio nazionale.
Giuseppe Cantoni
7° Classificato
Tiziana Monari - Prato
La fiamma fatua dell’amore
In una terra da marciapiede
sotto un pullover largo scosso dai movimenti del mare
si è perso questo amore grande
dal sorriso randagio
dal cuore da carbonaio
annodato storto come un ramo stregato
schiacciato su una parete di luci polverose
è scivolato altrove
unito come un'asola chiusa
col sapore della noia
il corpo asciutto di grillo invertebrato
è diventato fiamma fatua
spengendosi in una viottola di erba cresciuta
abbandonato in un bivacco come il sacrificio più bello
e noi abbiamo marciato appresso ad una cometa
cercando una scintilla di memoria
i pezzi che si perdevano sull'asfalto della strada
mentre la vita camminava a un passo da noi
mischiata male
sciogliendosi in una malinconia imprecisa
in un lago di piombo
in una fame spenta
accanto all’ultimo dolore posato sulla soglia
ormai tepore
cenere che si tiene insieme
il nulla.
Tiziana Monari
8° Classificato ex aequo
Franco Brusa - Borgo Tossignano (Bo)
Mio marito
Mio marito
chi lo vede più?
abita al bar
dell'angolo
su una sedia
commercia con le carte
guadagna molto fumo
e un pò di noia
quando vince
io vendo il mio ccorpo
a chi piaccio
per un'ora
(così vivo)
Franco Brusa
8° Classificato ex aequo
Laura Cantatore - Ruvo di Puglia (Ba)
Silenzio negato
Sussurra ... al vento parole amiche ....
Il tempo che bara il turpiloquio odoroso di quella mente sconcia.
Sciatte risate accolgono meste litanie nel gravido ventre di una camicia vuota.
E' sangue di chimera deforme,
nutre e biasima il cuore dicolei che:
sognò di rubare alla vita
il niente mai reso
il tutto mai vissuto!
Laura Cantatore
9° Classificato
Giuseppe di Bisceglie - Ruvo di Puglia
Amore: grembo d'infinito.
Inaspettata volge la sua genesi alla cupola del cuore,
mentre si aggrega nel silenzio ove non c’è ancora ardore.
Tracanna inesorabile l’essenza inodore e travolgente
come linfa vitale di colui che è già vita nella mente.
Si amalgama al corpo spogliandosi di bianco, colorandosi di porpora,
s’infervora e ti schiude, si chiude e ti annulla, cresce, s’incorpora.
Rotola nelle correnti del tempo incurante d’ogni dimensione
e di esso si nutre scavando in sé sensi di una innata passione.
Invitato dalla luce, come fluida e brillante cascata armonica,
vive in essa, vibrando inesorabile con ispirazione sinfonica.
Nel crescendo assordante, tessuto sul silenzio primitivo,
s’intrecciano fili di un sentimento tuonante e persuasivo.
Si libra e ti avvolge, volge e ti libera, risuona, s’insinua.
Con canute fasce adorna sicuro le ferite, tutto continua.
Quando pare sfumare, come con plagale cadenza, riformula l’invito;
ha ormai soffocato ogni epilogo modulando in grazia all’infinito.
Giuseppe Di Bisceglie
10° Classificato
Paolo Lorussi - Monopoli (Ba)
SENZA RESPIRO
Voglio quell'attimo
lo pretendo e l'attendo .
Assaporare
ad occhi chiusi ,
nel silenzio di un respiro,
il Bacio ,
soffocante impeto
a labbra strette ,
che non da'
più battiti
al petto.
Tutto
si fermerà
e godrà
nel vederci soffocare
colmi di passione .
Quel bacio
interminabile
che da' senso
alla nostra vita.
Lorussi Paolo
11° Classificato
Michela Zanarella - Cittadella (Pd)
CHI AMA
Lontana da te non esisto.
Il saperti sul mio seno
in un angolo a stendere il tuo azzurro,
è necessario come un susseguirsi
di stagioni.
Non so, ma la vita è misera
come un secco ruscello d'agosto,
senza il tuo fiato accanto.
Chi ama è ricco in tutto il corpo.
E al suono d' acqua non vuole altro.
Michela Zanarella
12° Classificato ex aequo
Daniela Gregorini - Ponte Sasso di Fano (Pu)
Sorelle oltre
Oltre al sangue che allaccia
il nastro intorno alla nostra vita,
è l’amore.
Sorelle oltre il tempo che misero caparbio
ci allontana, indarno,
oltre la diversità di muoverci
nel mondo che ci fa ritrovare uguali.
Sorelle oltre tutte le persone amate,
le ore più lunghe accompagnate a voi
ho passato il mio vivere,
oltre ai giorni tristi visti insieme
a congiungere le nostre lacrime,
oltre a quelli gai
quando sempre per mano
abbiamo riso.
Oltre ai più bei doni, sorelle,
siete più preziosa dote
di madre a noi figlie.
Daniela Gregorini
12° Classificato ex aequo
Elena Romanazzi - Barletta
EDEN
All'ombra del tuo abbraccio
vorrei sedere
fiutare i tuoi respiri
come foglie caduche
sfiorare i miei plumbei pensieri;
percepire i tuoi dolci suoni,
come vibranti fronde,
arpe incantate,
cullare il sonno del mio gioire;
al lieve tocco dei tuoi rami
abbandonare membra stanche
di non sentire
e aggrapparmi alle tue radici
per non fuggire
ancora il piacere.
Elena Romanazzi
12° Classificato ex aequo
Stefano Peressini - Carrara (Ms)
In fondo al nostro andare
Ci servirà il silenzio
delle caverne più profonde
per inventarci e far uscire
le parole.
Il buio di quel mondo
sotterraneo
da incendiare con l’incrocio
di due sguardi.
Ci servirà tenerci stretti
per le mani
se cammineremo dentro
un muro d’ombre sconosciute.
E ci sarà
un tramonto
in fondo al nostro andare
a darci indietro quei colori
che avevamo perso
altrove.
Stefano Peressini
13° Classificato
Franco Frainetti - Sezze (Latina)
SENZA CIELO
Una musica
ferma il tempo,
tra le dita
la sigaretta
curva sul pavimento,
confuso d'amore
sospiro il tuo nome
e mastico briciole
di sapore,
sul vetro giallo fumo
la sera cade
ed io con il cuore piegato
resto solo
nel tuo silenzio
alla deriva di un sogno,
come un volo
senza cielo.
Franco Frainetti
14° Classificato ex aequo
Margherita Celestino - Frascineto (Cs)
CRISTALLI DI SALE
Vado inciampando
ognora sui cristalli
di sale
inariditi
ammucchiati
davanti alla soglia
del tuo cuore
se accendi la speranza
torneranno ad essere
lacrime
di gioia
Margherita Celestino
14° Classificato ex aequo
Antonino Cervettini - Reggio Calabria
Non amare
Teneramente accarezzo
sgualciti pensieri
mentre l’animo,
perso,
parole vuote
assorda.
Svelto
rasento i muri
trattenendo il respiro
attento
nella vita che passa
a non incespicare.
Non amare
è non esistere.
Antonino Cervettini
14° Classificato ex aequo
Rosario Aveni - Venetico (Messina)
Cindy
Maggio,
nel suo tiepido sole tracce di lutto
Credevo che il tempo mi aiutasse a elaborarlo
cancellandola lentamente
dalla lavagna dei miei ricordi
Invece è una spina nel cuore perenne quel suo cercarmi
Sommessi guaiti,
occhi languidi, sperduti
nel regno del dolore
dritti su di me, quasi fossi panacea dei mali
Trascorsero liete stagioni
e inverni avvolti in brume di strali
Giunse inesorabile l’ora del crepuscolo
Carezzandola morente
imparai che tutto ha origine
mai fine
e quel che vivrò di un prossimo futuro
sarà figlio di un idillio
afflato mai sopito
fra una cane e un uomo solo.
Rosario Aveni
15° Classificato ex aequo
Marilina Daniele - Pagani (Sa)
Peccato innamorato
Signore,
riprenditi la mia anima,
reiterala di consuetudine, di pace,
in fondo di noia, di tetraggine, di scomputato.
Riprenditi pure le mie emozioni,
affinché io non possa slittare
sul solco della trasgressione e della novità,
al fine di non smarrire i tuoi percorsi,
le tue dottrine,
quelle che l’uomo ha congiunto al peccato,
inculcando un alfabeto scorretto
nell’animo dei sensibili,
quelli che ora ti chiedono di annientare il martirio del cuore,
per mietere in esso il seme del nulla,
della privazione, dell’apatia,
per non violare, donare, desiderare,
per poi rammaricarsi, dolersi, impazzire d’amore …
come peccato innamorato.
Marilina Daniele
15° Classificato ex aequo
Vito Massimo Massa - Bari
Lupa
Ti vedo bella come sempre, immensa come l'universo,
unica e speciale, con quegli occhi neri e splendenti,
c'è traccia di te nei colori dell'amore che mi fai vivere,
nell'immensità dei tuoi incomunicabili silenzi.
Vedo attraverso i tuoi occhi, sorgenti di vita,
due stelle accese che schiudono il cielo della sera
e in loro cerco le mie verità fra l'oggi e domani
e incido nei miei pensieri ogni attimo con te.
Voglio da te ciò che non ti ho chiesto mai, lupa di montagna,
voglio fremere, dissetarmi, liberare l’inconscio irrazionale,
ti desidero, in una febbre d’estasi senza vincoli, senza leggi,
varcando ogni spazio temporale in questa mia insana pazzia.
Noi siamo anime astratte, percezioni visive in movimento,
eterna sensazione di libertà in questo tempo che s’infrange
sui binari dell’indifferenza, sulle rotaie della vita,
nell'assoluto universale, nella prigione del silenzio.
Come sarebbero le mie notti senza te
se non dormissi più fra le tue braccia….
non avrei più voglia di volare, di vivere….
ho ancora sulle labbra il sapore dei tuoi vent’anni.....
Massa Vito Massimo
15° Classificato ex aequo
Alessandro De Vita - Pulsano (Ta)
Egoista
Destino crudele,
una vita recisa,
l'amico perso.
E ti senti solo,
solo fra tanti.
Ti manca.
Manca il compagno di tutto,
del quotidiano incontrarsi,
di cui fidarsi,
a chi affidare sfoghi,
turbamenti,
reconditi segreti.
Ti manca.
Egoista.
Non pensi quanto manca
a chi lo ama.
Alessandro De Vita
15° Classificato ex aequo
Stragapede Elisabetta - Ruvo di Puglia (Ba)
ALBA
Il primo lucore
i mandorli in fiore
i fuochi all’orizzonte vicino
il profumo del timo
i passi per strada
i caffè socchiusi in contrada
il sogno disfatto
il bacio distratto.
Incornicio la tua assenza
ne faccio penitenza
sei aria sei luce
sei il mucchietto di cenere
che lascia la brace.
Elisabetta Stragapede
SEZIONE B
1° Classificato
Giuseppe Cantoni - Cesena
La Parietaria
Vegeta ancora il caspo
di parietaria antico, nel suo verde
spento e polveroso.
Tenacemente infisso tra le fughe
dei mattoni, a lato della scala del parco,
ha tenuto il suo posto.
Dopo una vita l’ho riconosciuto,
avrà cent’anni
e se non è lui sarà suo figlio.
Lì infossato come in una trincea
sentì, come noi, su di sé le vampe
della guerra, ma lui non ha memoria.
Passo una mano sul velluto
delle sue foglie e dei suoi stéli
per scoprire come facessero
a lucidare così bene le bottiglie.
Conscio degli umani smarrimenti,
sentendo la carezza, riderà tra sé
del saluto tardivo ch’ è un addio.
Cantoni Giuseppe
Maria Grazia Frassi - Robecco d'Oglio (Cr)
Cogliere l’aiuto che l’attinia dà al paguro
Restare come isole nascoste un poco
a ricercare un’altra pace
nel profondo io
e fantasia che brilli idee
nel vuoto.
Nuotare nei fluidi più tersi
mossi in tenue leggerezza
a ripescar sul fondo
catene di coralli e ghiaie
scintillii guizzare
di pesci colorati all’improvviso
d’accarezzare con dita nuove.
Cogliere l’aiuto
che l’attinia dà al paguro
e i regali di ossigeno
al respiro vivo
nelle bolle in giro,
qualche stella che si posa
lungo il viaggio giù dal cielo
tra onde di rispetto per ognuno.
Maria Grazia Frassi
3° Classificato
Daniela Gregorini - Ponte Sasso di Fano (Pu)
Madre del tempo
Quante albe ho contato
per ritornare a te.
In quante strade ho vagato prima
di conoscerti ancora.
E' batata una lunga età
per tornare figlia quando ormai
non era più stagione per noi di grappoli
di robinia da cogliere odorosa di bianco.
E' arrivato l'inverno a farmi gradire la dote
lasciatami dal sole fra la bruma invecchiata.
E il freddo della solitudine a ridarmi
il tepore del tuo grembo materno.
E la malattia ad ammorbare di tenerezza
le nostre mani che si ricompongono.
Ma ormai le stagioni sono al crepuscolo,
sui rami le robinie vestono la brina,
e le gemme nei nostri animi germineranno
nel tempo infinito della primavera,
unica perduta stagione che rimarrà fra noi.
Daniela Gregorini
4° Classificato
Filomena Camerino - Ruvo di Puglia (Ba)
Piedi di scarpe
Passo a passo
Striscia
Strascica il Mendico
Piedi di scarpe riarse dal tempo
Arranca
Travaglia
L’ombra dell’ombra un tempo
Chino
Ancor più chino al soldo obolo
Spenti occhi splendono di lume spento
Filomena Camerino
5° Classificato
Gennaro de Santis - Bari
Anche gli scarafaggi piangono in città
Le spalle pesan di marmo, non sai più chi sei
O forse ti vergogni di desiderarlo ancora
Stupefatta, l’anima s’innamorò del dolore
Affascinata dall’orrore dell’indifferenza
E gode con vibrante intensità
La libertà di morire nel vento quante volte si vuole
Fare un salto indietro nella vita e convincere
Chi crede che tu abbia visto un fantasma
Che hai solo guardato Dio negli occhi
Sorridi amaro, tra coloro che non hanno passi
Assapori la tua essenza e l’ombra della tua anima
Terrorizza il corpo, perché ama la vita troppo velocemente
Fermo sull’amara strada della verità
A decantare solitario quanto sia bello il morir vivendo
Puoi riposare tranquillo quanto vuoi, perché
La gente ha paura di chi si ferma ad ascoltare
La dignità di un’anima nobile, che è rimasta indietro
Che conosce gli oceani e li attraversa, ormai senza guardare…
Gennaro De Santis
6° Classificato
Stefano Peressini - Carrara (Ms)
Saranno le parole
Tu
che non sai di me,
figlio,
delle infinite strade
che ho percorso,
siedi e aspetta
che sgorghi la mia voce.
Ti dirò
di quelle storie inciampate
e rotolate via,
dei lividi nascosti o dei battiti
asincroni e spaiati.
Saranno le parole
di un libro che non scriverò,
un segno di ramo appuntito
sul velluto scuro di una spiaggia.
Perché non si perda
nel vento
il filo d'aquilone
che ci lega.
Stefano Peressini
7° Classificato
Maria Cristina Biasoli - Molinella (Bo)
IL TUO VOLTO SVUOTATO
(18 aprile 2007)
Il pulsare delle tempie;
miravo il tuo corpo curvato, accorciato,
la tua stanchezza del tempo.
Pose tragiche.
M'incantavo a guardare il cielo
come fosse un morbido cuscino
aspettando l'infuriare della tempesta.
Ombre e membra pesanti;
in lontananza lui compariva solo per te.
Le tue occhiate interrogative,
la voce oramai gracchiante come vento pungente.
Avevi già percorso la lunga, bigia, misera
fangosa via
e come brace agonizzante,
come ragnatela illuminata
correvi nell'estasi del sonno eterno
lasciandomi il vento sul viso
e i piedi nel pantano;
accozzaglia di vita.
...e ti passai le mani sugli occhi mamma.
Maria Cristina Biasoli
8° Classificato
Rosario Aveni - Venetico (Messina)
Cinema d’essai
Terzo giorno d’aprile
inizia primavera
Me lo dice un film o forse un sogno
Primo tempo:
c’è un fiore attecchito sullo schermo
Lo colgo, te lo dono, l’annusi, mi sorridi, poi scompari
Dissolvenze in bianco e nero, didascalie senza parole
in un piccolo, vuoto, cinema d’essai
Fine primo tempo:
in attesa che dirami l’infiorescenza dei ricordi
esco
e mi siedo sconsolato
sul mio prato avvizzito
Secondo tempo:
scorre la vita in pochi istanti
si arresta la pellicola in certi punti
li correggo, col fiele dei disinganni
Un raggio di luce dal proiettore ridesta in me recondite istanze
Dove sarai, unico amor vero che ho avuto? Chi sono davvero?
S’ illumina d’improvviso la sala
mentre scorrono lenti i titoli di coda.
Rosario Aveni
9° Classificato ex aequo
Davide Rocco Colacrai - Terranuova Bracciolini (Ar)
Lussurie d'amanti, taciute
Avvolte da spighe di grano, che
Gemono al tenero fruscio della brezza
In lievi sussurri di ripetuti aneliti
Colti dai raggi di una luna perlacea
Che si mostra in integrale nudità
Su carni dimentiche del loro nome
Tra ore che diventeranno eternità
Si consumano lussurie d'amanti, taciute.
Davide Rocco Colacrai
9° Classificato ex aequo
Maria Rosa Dell'Angelo - Vignale Monferrato (Al)
ADELINA
Arrivederci, dunque!
Quanti impagabili giorni insieme, quaggiù,
quanti, a comporre cent’anni, cent’anni più uno?
Occhi velati di vita, gente amata
e perduta per strada, e tu qui,
chè il tempo tuo ancora non era venuto….
Ed ogni mattina, al risveglio, pensavi:
più uno…e subito dopo:
ma anche uno in meno…
Non s’osa pensare al futuro
Avendo così tanto passato,
cent’anni pesanti, immensi,
su fragili spalle tutt’ossa…
eppure, lo so, ci pensavi;
le notti infinite ed insonni
chiedevi: Dio, quando? E un po’ di paura l’avevi.
L’attesa è finita, Adelina.
Riposa, la spoglia mortale,
consunta, e un’anima di ragazzina già libera vola;
non ci sarà un “quando”, là dove tu andrai.
Maria Rosa Dell'Angelo
10° Classificato
Giulia Vannucchi - Viareggio (Lu)
Ultimo pensiero
Lontano il binario oscilla
nell’onirico notturno
ed il treno dei pensieri danza
su prati di smeraldo.
Inseguo la gioiosa traccia
di un ultimo pensiero,
folgore di pura luce.
(15/02/11)
Giulia Vannuccchi
11° Classificato
Antonio Frangipane - Soverato (Cz)
PENSIERO
Come goccia d’acqua
si eleva al cielo
dal tenebroso mare
e vola e si aggrega
in nebulose forme
fino a dissolversi
per ritornare a terra
rinnovandosi ancora
in nuovi spazi, tempi
e rivoli di vita
così è il pensier mio
nel suo vagare
tra sogno e realtà
alla ricerca di rinnovate
verità e ragioni.
Antonio Frangipane
12° Classificato
Antonio Bicchierri - San Giorgio Jonico (Ta)
ATTESE VIAGGIANTI
Fischi assordanti e fragoroso vociare
multietnico crogiolo di fede, razze e colore
con viandanti assorbiti in una babilonia universale
microcosmo di folclore in anonimi personaggi in cerca d’autore.
Attese viaggianti con sfilata di allegre donne
alla ricerca d’amore e compagnia,
per un dolce ritorno nella propria amara
e malinconica esistenza.
In attese viaggianti
ciondolante va quella povera gente con mano tesa
alla ricerca di un obolo di carità:
ordinaria scena ai margini della vita
di un copione già segnato da un fatuo destino.
Crudo realismo in urlanti bazar
e tristi clochard che del fedele amico è in compagnia
mentre del nulla è in attesa su giacigli di fortuna
con occhi sofferenti e dalla vita spenti.
Speranza terrena di equità e libertà,
umano fermento di attese viaggianti,
globalizzati del nostro tempo in cerca d’identità.
Antonio Bicchierri
13° Classificato
Giacomo Lomuscio - Barletta
Sono fermo
Sono fermo, seduto in disparte,
tra occhi cuciti e bocche distratte,
inconsapevole frutto di un dolore proibito,
al termine di una corsa deluso e malnutrito.
Vivrei nell’assopita speranza
di baci trovati prima ancora di essere smarriti,
di voci desiderate poi smorzate
nell’immatura indolenza.
Sono fermo, in piedi,
tradito e ferito,
agnello infranto pronto al pianto,
memoria di un affronto
e somma di una vita priva di sconto.
Sono fermo e ti aspetto Madre
in quel cerchio imperfetto
che è il tuo abbraccio mancato.
Giacomo Lomuscio
14° Classificato ex aequo
Giuseppe di Bisceglie - Ruvo di Puglia
Silenzio
Nel profondo ti cerco
perdendomi nei vortici dell’anima.
Nella trasparenza di uno sguardo ritorno
scorgendomi infinitesima molecola
della dimensione più ennesima,
lì dove spazio e tempo si fondono
per sedurre la mente.
Sfumatura di umana divinità,
mi anneghi nel suono del nulla,
mi annulli nel respiro dei suoni.
Metro crudele e schietto del cuore.
Dolce estorsore dei segreti di un io,…
Ti ascolto,
silenzio.
Giuseppe Di Bisceglie
14° Classificato ex aequo
Fabio Mastropasqua - Roma
L’estro mistico
Quant’è profonda la Natura? Mistero.
Misere virgole di scritture infinite
crocchi convulsi laggiù
guizziamo come anguille
un trabordo gelido d’istante
sbuchiamo nell’insondabile.
Fabio Mastropasqua
14° Classificato ex aequo
Maria Teresa Scolieri - Soverato (Cz)
RIENTRO
Crepacci di mura,
pareti silenziose testimoni del tempo.
Ruvida pietra tagliente
lingua senza freno.
Uomini curvi.
Impasto di lavoro.
Storia di ogni giorno
nell’ombra della strada
che vela incertezze.
Rapido tonfo
di una porta che si chiude.
Affetti ritrovati.
Conforto al quotidiano vivere.
Riposo della mente e delle membra.
Dimensione appagata
nell’intimo abbraccio
delle notte complice di carezze.
Maria Teresa Scolieri
14° Classificato ex aequo
Trigonella Gualtieri - Soverato (Cz)
Povertà
Canti, balli, sorrisi,
strette di mano,
parole gonfie
di amore e rispetto.
Uniti, serrati
come tanti soldati,
non comprendete,
proprio non vedete,
nè sentite,
chi soffre in silenzio.
Anzi soffrite,
oh come si soffre
dell'altrui povertà,
e pure piangete,
oh come si piange dell'altrui esclusione.
Ma.. come vedere,
come sentire,
tra i ranghi compatti
di un gruppo, di un branco.
Trigonella Gualtieri
15° Classificato ex aequo
Mario Corbetta - Novate Milanese (Mi)
Frutta
È appassita
La frutta dimenticata
Il mosto a fermentare
Il silenzio di ore notturne
Erba e cielo
Viottoli a perdersi
Nella campagna
Polvere bianca
Uva calda
E frescure d’ombra di rovi
E noi stiamo là
Silenziosamente ad amarci
Tacendo a perderci
Ad appassire
Come frutta dimenticata
Nel cesto della vita
Mario Corbetta
15° Classificato ex aequo
Gaetano Fuardo - Montesilvano
SIBARI
Lo sciacquio dell’acqua salsa,
l’onda che scivola lenta
sulla grigia e selvaggia rena,
terra mitica MAGNA GRECIA.
Le rovine di tempi antichi
nella piana del fiume.
laghi corrugati dalla brezza
riflettono argentei natanti.
Gaetano Fuardo
16° Classificato ex aequo
Maria Carmen Pedraioni - Appiano Gentile (Como)
LIBERTA’
Spirito libero
smussa gli angoli più aggressivi,
lima le spigolosità di quel quadrato
in cui hai rinchiuso la tua vita.
Respirerai aria leggera
e sarai amata
per l’essenza che è in te,
il quadrato per magia
diverrà un cerchio
di ranuncoli color di sole..
Maria Carmen Pedraioni
16° Classificato ex aequo
Alfredo Perciaccante - Cassano all'Ionio (Cs)
Alba di sogno
Risplende,
dono magnifico al mio cuore,
il primo raggio di sole
nell’alba immobile.
Il mare si sveglia
col canto d’un gabbiano,
che,
bianco come la spuma delle onde,
infrange,
di tanto in tanto,
il silenzio del mattino.
Tutto tace!
Alba di sogno
donami un po’ della tua magia:
l’argento che vibra nell’aria,
la sabbia fresca e asciutta,
lo scintillio del mare,
la luce rosata,
la libertà d’un gabbiano in volo,
la serenità nel cuore,
ormai…
chimera d’un tempo che fu!
Alfredo Perciaccante